Tornato a casa dopo la fine di un amore, un uomo si ritrova negli spazi di una stanza vuota. I gesti e le azioni che compie scandiscono il tempo della sua solitudine e alcuni oggetti gli offrono conforto temporaneo prima che un sonno profondo lo catturi. Un sogno lucido darà inizio ad un rituale di guarigione.
All’inizio sapevo soltanto che il film avrebbe dovuto avere due tempi, quello della realtà o della coscienza che corrisponde alla prima parte, in cui il protagonista è chiuso in una stanza e ne esplora gli spazi attraverso il proprio corpo e gli oggetti che trova; e poi il tempo della seconda parte, quello del sogno, il tempo di una coscienza diversa o comunque alterata. Presa questa decisione il montaggio è avvenuto in modo abbastanza fluido, la direzione era chiara. Volevo poi stabilire, servendomi di determinati oggetti a me cari, una connessione tra il passato di un posto e di un’epoca che non esistono più – con l’archivio nelle immagini delle diapositive, del giornale, del mangianastri che trasmette alcuni estratti del processo per la Strage di Ustica, del materiale filmato in 16mm ed in video8 – e il presente che si sdoppia, a sua volta, in due dimensioni, quella della solitudine vissuta in una stanza, nell’attenzione ai gesti che si compiono quando nel silenzio si è così vicini al proprio corpo, e quella del sogno lucido, quando può avverarsi l’atto magico capace di modificare le cose che ci circondano e far tornare indietro il tempo. Mi piace pensare che fare un film, anche piccolo, sia un viaggio molto simile ad un sogno lucido: la tecnologia, il montaggio, le macchine, gli effetti speciali creano l’illusione di poter cambiare la realtà.
Dopo la laurea al DAMS di Roma Tre e gli studi in direzione della fotografia, si diploma in Francia presso Le Fresnoy, Studio National des Arts Contemporains. Il suo primo corto Avant la nuit vince il Festival Cinema Zero 2013, il festival A corto di donne e viene selezionato in molti festival internazionali. Il suo documentario Il mondo o niente è stato presentato in concorso al 58 Festival dei Popoli e selezionato in festival nazionali e internazionali. Nel 2018 realizza The afterimage, un’installazione generativa che viene presentata in Francia in diversi festival di fotografia e arti digitali. Attualmente è impegnata nello sviluppo del documentario Il domino, il diamante e il diavolo. Nel 2020 partecipa, con l’episodio Pugno, realizzato a partire da uno spettacolo di Benjamin Kahn e Cherish Menzo, al film collettivo La città del teatro. Nel 2021 il cortometraggio Sei ancora tu è selezionato alla 57. Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro e al Filmmaker Festival. Il cortometraggio successivo, L’incanto, viene presentato e premiato nella sezione cortometraggi della 36. Settimana Internazionale della Critica alla 78. Mostra del Cinema di Venezia.